Un’epoca di guerre

Italia
Domini spagnoli in Italia

Il XVI fu un secolo tormentato: nel 1494 la discesa di Carlo VIII (1470-98) di Francia in Italia dette inizio a cruente guerre sul suolo italiano tra Francia e Spagna che, con la pace di Cateau-Cambrésis (1559), ottenne il predominio, assicurandosi il Ducato di Milano e i regni di Napoli e Sicilia. Forte fu poi la frattura tra cattolici e luterani.


Firenze

A Firenze, dopo la repubblica di Pier Soderini (1502-12), con la presenza di Michelangelo, Leonardo e Raffaello, fecero ritorno i Medici che si imposero grazie a papa Clemente VII de’ Medici (1478-1534). Fu poi con il Granduca Cosimo I (1519-74) che fu creato uno stato assoluto esteso a tutta la Toscana.

Cosimo I
Cosimo I de’ Medici

Nel 1506 Leonardo e Michelangelo (impegnati nella realizzazione della Battaglia di Anghiari e Cascina) lasciarono Firenze per Milano e Roma, dove si recò anche Raffaello nel 1508. Le loro opere divennero fonti di ispirazione e le basi per una nuova tradizione.

A Firenze rimasero Rosso Fiorentino e Pontormo, allievi di Andrea del Sarto, che mostrarono un’insofferenza ai canoni di armonia. Dettero vita al cosiddetto “sperimentalismo anticlassico” sull’esempio di Michelangelo (vedi par. Manierismo).


Roma

Clemente VII
Papa Clemente VII de’ Medici

Durante il suo pontificato, Clemente VII dei Medici aveva reso la corte papale un fulcro artistico della penisola, caratterizzata da un raffinato stile artistico, detto stile clementino.

Tra i vari artisti si ricordano: Benvenuto Cellini, Rosso Fiorentino, Parmigianino.

Nel 1527 Roma subì il tragico Sacco ad opera di mercenari tedeschi dell’imperatore Carlo V (1500-58), i lanzichenecchi, che portò a un esodo di artisti con conseguente diffusione delle novità elaborate. Di ciò seppe approfittare Francesco I di Francia, che chiamò a corte vari artisti, dando origine alla scuola di Fontainebleau.


Manierismo

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Luigi Lanzi

Il termine Manierismo, o Età della Maniera, coniato nella Storia pittorica di Luigi Lanzi a fine ‘700, fa riferimento all’arte europea tra la vicenda artistica di Raffaello e Michelangelo e l’inizio del XVII secolo. Deriva da “maniera” cioè “stile”, a sottolineare un’esasperante ricerca espressiva, rivalutata dagli studi del XX secolo.

Lanzi vede in Michelangelo e Raffaello un apice inarrivabile, che gli artisti possono solo emulare: ecco che l’imitazione di uno stile diventa compito primario per pittori e scultori.

Da Raffaello ripresero la grazie delle figure; da Michelangelo il disegno di corpi muscolosi, l’uso di colori freddi accostati con effetti dissonati, detti cangianti, e il tema della figura serpentinata, cioè in una torsione a spirale.

Al contempo si svilupparono anche figure esili e sinuose con proporzioni artificiosamente allungate, che portarono Vasari (1511-74) a parlare di “licenza” ovvero di una deviazione dai codici figurativi.

Si distinguono due momenti del Manierismo: lo sperimentalismo anticlassico, ribelle contro la pacatezza di artisti quali Perugino o Andrea del Sarto, e il Manierismo vero e proprio, elegante e raffinato.


Roma sotto i Farnese

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Papa Paolo III

Nel 1545, Paolo III Farnese (1468-1549) indisse il Concilio di Trento, che ricondusse la Chiesa al rigore, nella cosiddetta Controriforma. Fu l’inizio di una svolta che porterà alla fine della Maniera: obiettivo della pittura non sarà più il risultato estetico ma il tentativo di suscitare devozione nell’osservatore, con figure sobrie e solenni.

Paolo III fu un grande mecenate e commissionò sontuose dimore di campagna. I modelli di ispirazione furono: le ville della Roma imperiale, quelle medicee di Firenze e Roma, la Farnesina (di Peruzzi), la residenza papale di Belvedere (interventi di Bramante), Palazzo Te a Mantova e la reggia di Fontainebleau.

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Farnesina (Roma)
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Palazzo Te (Mantova)

 

 

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Castello di Fontainebleau (Francia)

-> MANIERISMO A FIRENZE 

Alessandro Galardini