Tra il 1530-60 numerosi esponenti del patriziato decisero di dotare le loro proprietà di campagna di residenze in cui vivere come in città e in contemporanea dedicarsi all’amministrazione delle aziende agricole. Le ville rappresentano una parte molto importante della produzione architettonica di Palladio soprattutto per il grande numero di opere e per la varietà delle strutture compositive. Riuscì ad avere sempre buoni rapporti con i committenti e a esaudire le richieste. Le ville palladiane si differenziano da quelle romane e medicee perché non erano destinate unicamente allo svago dei proprietari ,ma erano anzi complessi produttivi. Queste differenze si riflettono nella struttura stessa :motivi architettonici  ispirati agli edifici greci  e romani e parti connesse agli usi agricoli . Inoltre gli elementi della struttura erano realizzati con materiali poco costosi: legno e mattone.

Esistono due tipologie di ville palladiane: nella prima prevale lo sviluppo orizzontale su un unico piano, costituito da un corpo centrale , dove risiedevano i proprietari, da cui si dipartono due ali laterali portificate “barchesse” a uso agricolo. Esempio è Villa barbaro a Maser famosa per essere stata affrescata da Veronese.

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Villa Barbaro a Maser

La seconda tipologia è caratterizzata da un blocco a due piani, senza ali laterali, presenta una facciata a fronte di tempio articolata o su due ordini sovrapposti , come Villa Pisani a Montagnana, o in un unico sistema colonnato che unifica i due piani, come Villa Foscari alla Malcontenta.

VILLA BARBARO

Villa barbaro realizzata tra il 1554 e il 1560 per l’umanista Daniele Barbaro  e per il suo fratello Marcantonio Barbaro, ambasciatore della Repubblica di Venezia.

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Veduta di Villa Barbaro

  Palladio trasformò il vecchio palazzo medievale in una splendida abitazione di campagna ,decorata con un ciclo di affreschi di Paolo Veronese. Il complesso della villa è stato inserito nel 1996 dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità. La villa sorge  a metà costa sui colli Asolani, poco lontano da una sorgente che secondo la tradizione fu luogo di culto e forse anche sede di un tempio. La realizzazione della villa costituisce per Palladio un punto di arrivo importante nella definizione della nuova tipologia di edificio di campagna.

La dimora padronale è collocata nel corpo di fabbrica al centro ,costituito da un blocco cubico  ,la cui fronte è formata da un timpano su 4 semi colonne d’impostazione classicheggiante; gli edifici laterali sono destinati a magazzino per attrezzi agricoli. Gli ambienti   si articolano intorno a due grandi vani, che collegano gli spazi minori delle altre sale.

 

Sul retro ,il giardino privato è chiuso da un muro semicircolare che accoglie un Ninfeo. Dalla villa scende anche una grande scalinata ,affiancata dai semplici giardini, essi continuano in un’esedra semicircolare con al centro la fontana del Nettuno.

 VILLA CAPRA(La Rotonda)                                                                                      
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Veduta di Villa Capra

Un caso particolare di villa palladiana è la Villa Capra detta La Rotonda ,essa è a pianta centrale situata a ridosso della città di Vicenza. Fatta costruire da Paolo Almerico, che la commissionò ad Andrea Palladio a partire dal 1566, fu completata dai due fratelli Capra che acquisirono l’edificio nel 1591.La Rotonda, come divenne nota in seguito, è uno dei più celebri ed imitati edifici della storia dell’architettura dell’epoca moderna; è senza dubbio la villa più famosa del Palladio e, probabilmente, di tutte le ville venete. Fa parte dal 1994 dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Nel 1565 il conte Paolo Almerico, ritiratosi dalla curia romana sotto i papi Pio IV e Pio V, decise di tornare alla sua città natale Vicenza e costruirsi una residenza di campagna. Questa villa senza dubbio è ispirata al Pantheon di Roma, e la Rotonda è divenuta una delle sue più celebri eredità al mondo dell’architettura, divenendo in seguito fonte di ispirazione per migliaia di edifici. Con l’uso della cupola, applicata per la prima volta a un edificio di abitazione, Palladio affrontò il tema della pianta centrale, riservata fino a quel momento all’architettura religiosa. La Rotonda resta un unicum nell’architettura di ogni tempo, sembra quasi che Palladio avesse voluto costruire un modello ideale della propria architettura.

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Pianta Villa Capra

 La costruzione,iniziata nel 1566 circa, consisteva in un   edificio quadrato, completamente simmetrico e inscrivibile in un cerchio perfetto.                 Descrivere la villa come “rotonda” è tuttavia tecnicamente inesatto, dato che la pianta dell’edificio non è circolare ma rappresenta piuttosto l’intersezione di un quadrato con una croce greca. Ognuna delle quattro facciate era dotata di un avancorpo con una loggia che si poteva raggiungere salendo una gradinata; ciascuno dei quattro ingressi principali conduceva, attraverso un breve vestibolo o corridoio, alla sala centrale sormontata da una cupola. La sala centrale e tutte le altre stanze erano proporzionate con precisione matematica in base alle regole proprie dell’architettura di Palladio. Proprio la sala centrale rotonda è il centro nevralgico della composizione, la quale il Palladio allargo verso l’esterno, nei quattro pronai ionici e nelle scalinate. La villa risulta così un’architettura aperta, che guarda la città e la campagna.

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Facciata Villa Capra

 Il progetto riflette gli ideali umanistici dell’architettura del Rinascimento. Per consentire ad ogni stanza un’analoga esposizione al sole, la pianta fu ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali. Ognuna delle quattro logge presentava un pronao con il frontone ornato di statue di divinità dell’antichità classica. Ciascuno dei frontoni era sorretto da sei colonne ioniche .Ogni loggia era fiancheggiata da una singola finestra. Tutte le stanze principali erano poste sul piano  nobile.Né Andrea Palladio né il proprietario Paolo Almerico videro il completamento dell’edificio, malgrado questo fosse già abitabile nel 1569. Palladio morì nel 1580 e fu così cupola la rotondaun secondo importante architetto, il vicentino Vincenzo Scamozzi,ad essere ingaggiato dai proprietari per sovrintendere ai lavori di completamento, che si conclusero nel 1585. Dalle logge è possibile godere della meravigliosa vista della campagna circostante, dato che la villa fu consapevolmente progettata per essere in perfetta armonia con il paesaggio. Malgrado la Rotonda possa apparire completamente simmetrica, vi sono delle deviazioni, progettate perché ogni facciata fosse il complemento dell’ambiente; vi sono delle variazioni nelle facciate, nell’ampiezza dei gradini,  nei muri di contenimento ecc.

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Una sala della Villa Capra

 In tal modo la simmetria dell’architettura dialoga con l’asimmetria del paesaggio, per creare nell’insieme una particolare armonia. L’ambiente che circonda la villa offre una visione panoramica di alberi, prati e boschetti, con Vicenza distante all’orizzonte.

VINCENZO SCAMOZZI                                                     
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Villa Pisani

L’ultimo grande architetto del Cinquecento veneto è ,il quale ho citato nella descrizione di Villa Capra, Vincenzo Scamozzi. Anche lui come Palladio era interessato allo studio dell’architettura nei prototipi antichi. Il suo capolavoro fu la Villa Pisani , la quale è una rielaborazione della rotonda palladiana, di cui sono ripresi la struttura cubica, l’ingresso ricco di colonne, il timpano classicheggiante della fronte principale e l’articolazione intorno a una cupola centrale, questo edificio riflette l’ammirazione di Scamozzi verso Palladio.

Altro esempio che testimonia la stima di Scamozzi per Palladio è il Teatro ducale edificato per la corte di Vespasiano Gonzaga, esso rappresenta una copia del Teatro olimpico palladiano.

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Teatro ducale

Realizzato da Eleonora Pelucchini

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