La seconda metà del 1600: Bernini a Roma

Altra opera Realizzata dal Bernini tra il 1647 e il 1652 su commissione di Innocenzo X nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria, la Cappella Cornaro è decorata con un motivo angelico: gli angeli spostano le nuvole per lasciare spazio ad una colomba, che, insieme alla volta celeste dipinta ed al gruppo scultoreo Estasi di santa Teresa d’ Avilla rappresenta l’ unione delle tre arti (architettura, pittura e scultura).

Bernini trasforma la chiesa rendendola simile ad un teatro grazie ad una serie di modifiche: aumenta la profondità del transetto, monta una finestra con vetri gialli che garantisce una fonte di luce dall’ alto, in maniera tale che il Sole illumini la freccia ed i raggi divini in bronzo, catapultando così l’ osservatore nell’ illusione di assistere veramente ad una esperienza religiosa.

La volta celeste dipinta

Il gruppo marmoreo sopracitato rappresenta un cherubino che con un dardo, rappresentante l’ amore di Dio, si accinge a colpire Teresa al cuore, mentre sono entrambi sospesi su una candida nuvola.

 La santa si abbandona al volere di Dio: gli occhi sono rivolti al cielo e la bocca, semiaperta, sembra esprimere un gemito: rifacendosi al passo biblico infatti, la donna soffrirebbe nel farsi colpire più volte dalla freccia ma, contemporaneamente, spiega anche che sente l’ amore di Dio, sensazione che nessuna esperienza terrena può eguagliare. La veste della santa cade morbidamente sul corpo della donna, rappresentando di fatto un puro virtuosismo.

 

L’ idea del teatro è rafforzata dalla presenta di due palchi ai lati dell’ Estasi di santa Maria Teresa, dove sono scolpiti i membri della famiglia Cornaro mentre si scambiano alcuni commenti, proprio come se fossero parte del pubblico in un’ opera teatrale.

 

 

Una delle opere più celebri del Bernini resta comunque la Piazza S. Pietro, la cui realizzazione inizia nel 1656 e dura circa  un anno. Rappresenta un notevole esempio di architettura ed urbanistica barocca ed è dedicata all’omonimo santo. Migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo vi si incontrano quotidianamente.

Lo spazio della piazza è formato da due parti: la prima a forma di trapezio il cui lato maggiore corrisponde alla facciata della Chiesa mentre la seconda, più grande, ha una forma ovale con l’obelisco Vaticano al centro e due fontane poste trasversalmente.

Secondo il progetto originale la piazza era costituita quasi solo dalla prima parte (il trapezio), circondata da edifici, soprattutto botteghe. Il progetto fu naturalmente scartato, in quanto poco monumentale, vista la sacralità del luogo.

Successivamente, nel progetto definitivo, acquista più valore la seconda parte della piazza, di forma ovale (figura particolarmente importante dal punto di vista religioso ed astronomico). Per la realizzazione di questa venne letteralmente abbattuto il borgo circostante, venendo ricostruito più distante; la zona inoltre diventò abitabile solo dagli aristocratici (prima la zona era abitata dai poveri).

Vengono costruiti i due colonnati con una forma a “tenaglia”, per dare l’ impressione ai fedeli di essere abbracciati dalla Chiesa stessa. Nei colonnati sono presenti 162 statue equamente ripartite, mentre le strutture sono sorrette da tre gradini per bilanciare il lieve pendio della zona (il numero dei gradini rimanda alla Santa Trinità). Il Bernini aveva anche ipotizzato una chiusura ideale della struttura ovale, rappresentata da un colonnato; tale progetto fu però da lui abbandonato allorché si rese conto che tale struttura avrebbe nascosto allo sguardo la facciata della Chiesa.

 

Bernini provvide anche alla modifica della Scala Regia, importantissima rampa di scale del Palazzo Apostolico nella Città del Vaticano, che fa parte dell’entrata cerimoniale in Vaticano. Fu costruita da Antonio da Sangallo il Giovane nei primi anni del XVI secolo, per collegare i palazzi Apostolici alla Basilica di San Pietro, ma fu notevolmente modificata dal Bernini dal 1663 al 1666, che riuscì a renderla ancora più teatrale.

Il sito, una striscia di terra scoscesa relativamente stretta tra la chiesa ed il palazzo, è delimitato da muri convergenti: Bernini utilizzando alcuni effetti barocchi tipicamente teatrali, riuscì ad esaltare questo punto di accesso in Vaticano, facendolo sembrare molto più grande e maestoso di come è in realtà.

Bernini divide il poco spazio disponibile in due rampe, che sono coperte da una volta a botte che diventa più stretta alla sommità, amplificando agli occhi dell’osservatore il senso della lunghezza del percorso grazie alla prospettiva. Le deformazioni prospettiche sono abilmente nascoste da un colonnato, le cui colonne decrescono via via d’ altezza. Sopra l’arco, all’inizio della rampa, vi è situato lo stemma di papa Alessandro VII affiancato da due angeli scolpiti, mentre alla base delle scale Bernini posizionò la sua statua equestre dell’imperatore romano Costantino, cui viene aggiunta dall’ altra parte la statua equestre di Carlo Magno grazie ad Agostino Comacchini.

 

Per quanto concerne invece le Chiese realizzate da Bernini, la più importante è senza dubbio la Chiesa di Sant’ Andrea al Quirinale, i cui lavori iniziarono nel 1658 e terminarono nel 1661.

Vista dall’ esterno la chiesa si integra nel contesto urbanistico, invitando il fedele ad entrare grazie alla scalinata.

La chiesa in realtà è piccola…
… mentre all’ interno sembra molto più grande!!

L’ edificio si caratterizza per una pianta ellittica, dove l’ asse longitudinale (dove si trovano l’altare e l’ingresso) è più corto dell’ asse trasversale, dando un senso di maggiore grandezza e maestosità dell’ edifico stesso, limitato infatti dai pilastri laterali. Sopra al timpano si trova la rappresentazione scultorea dell’ Ascensione di Sant’ Andrea, dove sono scolpiti alcuni cherubini che reggono una ghirlanda.

 

Altrettanto famoso è Palazzo Montecitorio, progettato nel 1650 da Bernini per la famiglia Pamphilj; venne concluso da Carlo Fontana solo nel 1697, presenta una facciata concava suddivisa in cinque sezioni, elementi che danno l’ impressione che l’ edificio sia più lungo, caratteristica prettamente berniniana.

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